Si potrà dire di me che sono un piccolo scrittore provinciale, uno che non ce l'ha fatta a sfondare, che non potrei vivere con i diritti d'autore, anche perché fino al 2027 non posso incassarli a causa della mia forma pensionistica, insomma si può pensare tutto e il suo contrario del sottoscritto, ma alcuni punti fermi rimangono.
Ho il mio pubblico, e diversi lettori affezionati che mi seguono da anni.
Non scrivo su commissione e su ordine di nessuno.
Non ho santi in paradiso e soprattutto non ho mai pagato per pubblicare un libro.
Pubblico dal 2010 e ho pubblicato circa ventuno libri fra romanzi e racconti sempre con case editrici serie che non mi hanno mai chiesto un soldo.
Quando decido di acquistare delle copie del mio libro da un editore lo faccio per mia scelta.
Perché tutto questo sproloquio?
Ogni tanto, molto raramente, invio un mio inedito ai "grandi" editori, grandi nel senso più commerciali, nella speranza di un ipotetico salto di qualità, sogno di ogni scrittore.
Non mi risponde mai nessuno, tranne Adelphi che gentilmente ogni volta mi risponde che i miei romanzi non rientrano nella loro linea editoriale e li ringrazio per la cortesia.
Questa volta mi ha risposto una casa editrice alla quale ho inviato il romanzo ingannato dal nome, non avevo svolto le giuste indagini e non mi ero reso conto che fosse una casa editrice a pagamento.
Non la nominerò per evitare polemiche e possibili ritorsioni, però per la prima volta in 15 anni di accordi di edizione firmati ne ho letto uno davvero sconcertante.
Praticamente per potere pubblicare il mio romanzo mi chiedevano l'acquisto di 75 copie del romanzo a prezzo intero anche pagando con comode rate, senza però scrivere quante copie avessero in realtà intenzione di pubblicare.
Chiaramente ho rifiutato e mi sono anche scusato per avere fatto loro perdere tempo, anche se sono convinto che il mio manoscritto non lo abbiano neanche letto.
ESORDIENTI mi rivolgo a voi.
Non fatevi fottere, piuttosto auto pubblicatevi e con una spesa relativamente contenuta potrete portarvi a casa le copie sufficienti da regalare a parenti e amici, se invece credete nel vostro lavoro prima informatevi in rete e inviate solo a case editrici NON A PAGAMENTO, e un giorno potrete, come me guardarvi indietro e decidere se la vostra carriera di scrittore è stata più o meno soddisfacente, ma comunque sarà una cosa autentica e potrete anche dire a voi stessi, guardandovi allo specchio, sono uno scrittore.
Sapere di esserlo non è mai scontato né indolore, ma indispensabile per potere continuare a scrivere.
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