sabato 24 agosto 2024

le mie radici


 


L'uomo che vedete ritratto nella fotografia sopra era mio nonno paterno, ripreso in una fotografia risalente probabilmente agli anni quaranta del 900, forse prima, era in Africa per lavoro, credo, so che faceva il sarto e che fu picchiato da alcuni antifascisti alla fine del conflitto per le sue idee politiche, ma non credo fosse un fascista militante.

Questo è tutto ciò che mi rimane di lui, non ricordo nemmeno il nome proprio, non c'è più mio padre per ricordarmelo e nemmeno mia sorella, proverò a chiederlo a mia madre ma non sono sicuro che riesca a ricordarlo.

Le mie radici provengono in parte da questo uomo, bello come un attore americano che non ho mai conosciuto, morto d'infarto quando io non ero nemmeno un'ipotesi.

Alla fine abbiamo comunicato così poco in famiglia della nostra storia familiare, forse mio padre, che era di poche parole, non la conosceva bene, so che suo nonno era un comunista, e non so altro.

Le nostre radici sono importanti, peccato che io le abbia perse per strada, sono tornato nella mia casa di Granaglione e ho recuperato alcune fotografie, puzza di muffa e una grande malinconia.

Quella casa dove sono passate vite, alcune sconosciute, mi ha accolto come un relitto alla deriva e io rimango uno degli ultimi eredi di una storia familiare dissolta.

Cercherò di venderla, perché non saprei come conservare quel cimelio destinato alla rovina senza le giuste cure.

Come cantava Gaber un uomo senza famiglia, senza casa, senza niente è più leggero, sono sempre stato d'accordo, ma rimane una grande tristezza per le parole non dette, per le storie non raccontate.

Ciao nonno, ovunque tu sia chiunque tu sia stato, io non ti dimenticherò e magari uno di questi giorni scoprirò come ti chiamavi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

❤️