Tre anni ho impiegato a scrivere l'ultimo romanzo.
Un nuovo seriale, narra le indagini di un commissario nei remoti, ormai, anni 80, niente telefonini, niente rete a salvarti la vita o annientarla definitivamente, ma una qualità diversa del vivere, non dico migliore o peggiore, diversa, c'era Videomusic, tanta musica inglese, i primi videoclip, il terrorismo era quasi tutto a processo, e avvenivano omicidi particolari, come l'omicidio Alinovi a Bologna.
Perché ho impiegato tre anni a scriverlo?
Per pigrizia soprattutto e credo in ogni caso di avere fatto bene a rispettare i suoi tempi, la trama si è trasformata nel tempo, è maturata, ha cambiato diverse volte strada e credo di avere assolto bene il compito.
Devo smussare gli angoli, tagliare retorica e avverbi superflui, ma posso ritenermi soddisfatto.
Lo invierò a un concorso e chissà, magari lo vinco, magari solo lo pubblico.
Perché la vita è sogno o al massimo un romanzo.
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