Ho visto finalmente Il sol dell'avvenire, ultimo film di Nanni Moretti.
Per chi non mi conosce, ho visto tutti i suoi film e li ho amati.
La sua narrazione della vita, compone, in parte, la mia formazione e le cose che prediligo, insieme ai film di Woody Allen, alla saga di Guerre Stellari, al romanzo "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, o la saga di Dune e potrei andare avanti con un composito elenco di film, romanzi e serie televisive e musica.
Questo non è un film che rimarrà fra i più iconici della sua produzione, però alcune chicche mi hanno colpito, come alcuni autori musicali, fra i quali ancora una volta spicca Battiato.
Il film è un intreccio di racconti mescolati, e come sempre la vita vera o presunta di Moretti diventa comune denominatore delle diverse scene.
Nanni sta diventando vecchio, ho pensato alla fine, insieme a me, per fortuna.
Lui rimane eternamente giovane in Ecce Bombo, salvifico in Caro diario, complice intellettualmente in quasi tutti i suoi film.
Non riesco a immaginarlo vecchio o a fine corsa.
Come non riesco a immaginare me stesso nella medesima situazione.
Ma il tempo non concede sconti e allora ben venga il suo finale, in quella colorata massa di personaggi che si muove verso un qualche tipo di avvenire e in mezzo a loro mi sono sentito anch'io, perché in realtà noi non invecchiamo, ci trasformiamo in qualcosa d'altro, e non è detto che sia per forza un male
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