Come ogni estate da qualche anno dedico le mie letture siciliane allo scrittore svedese Hakan Nesser del quale sto leggendo il caso G dedicato alle indagini dell'originalissimo commissario Van Veeteren.
Il commissario decide, a un certo punto della sua carriera, di rilevare una libreria di libri da collezione, o antichi insomma e questa scelta rientra nel profilo del personaggio.
In ogni introduzione allo scrittore si sottolinea come Nesser sia una sorta di Simenon svedese associandolo anche a Camilleri.
In realtà ho letto Camilleri e anche Simenon e non trovo tutte le affinità sottolineate, mi sembrano più indicazioni per incuriosire i lettori.
I personaggi di Nesser da Barbarotti a Van Veeteren hanno una loro peculiarità, forse legata proprio alla loro localizzazione nordica, sono poliziotti atipici, con una lentezza e una interiorizzazione profonda, interessanti le riflessioni esistenziali che non mancano mai, e tutte quelle deviazioni spaziali, temporali, meteorologiche, geografiche, che spesso entrano nella trama e nella vita dei personaggi dando loro una dimensione se non più realistica sicuramente interessante dal punto di vista qualitativo.
Nesser non assomiglia a nessuno, secondo me, solo a se stesso, e mi piace ritrovare certo mio scrivere nel suo modo di raccontare.
La necessità di donare profondità ai personaggi soffermandosi sui diversi stati d'animo fino alle loro condizioni fisiche è una caratteristica che inseguo anch'io da sempre, con tutta l'umiltà del caso.
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