Dal genio di Mattia Torre e dal carisma di un Guzzanti in stato di grazia nel 2016 fu prodotta la prima e unica stagione di "dov'è Mario?" che sto guardando su sky atlantic in un arroventato fine giugno 2021 .
Dentro le quattro puntate, che immagino non vedranno mai un seguito, c'è la feroce e agrodolce satira del grande Torre insieme alla comicità e intelligenza politica di Guzzanti, i due ideatori sembrano fra i pochi intellettuali di sinistra ad avere il coraggio di ammettere come molta parte della sinistra italica attuale sia non solo disancorata da qualsiasi realtà, ma lontanissima e distaccata da quella massa che compone la maggiore parte della popolazione.
Se da una parte l'italiano medio vive di pancia e si accontenta di ciò che gli arriva da decenni di cattiva televisione e informazione privilegiando abbonamenti televisivi utili per seguire i vari campionati di calcio, dall'altra parte ciò che rimane dell'anima progressista dispersa fra le file di italia viva e partito democratico non riesce a esprimere intellettuali degni di nota.
I personaggi che si muovono nella fiction, compreso Mario Bambea, interpretato da Guzzanti, appaiono come esseri umani arroccati nel loro universo arrogante e isolato rifuggendo con disgusto tutto ciò che viene proposto e digerito dal popolino.
L'idea si sviluppa con uno stile semplice ma efficace, il messaggio arriva a chi deve arrivare.
Quante suggestioni avrebbe potuto ancora inventare Mattia Torre, purtroppo non mi pare che qualcuno sia in grado, attualmente, di raccogliere la sua eredità
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