E così su sky è arrivato Tolo Tolo film del 2020 diretto e interpretato da Checco Zalone (Luca Medici) con la sceneggiatura in tandem al bravo Virzì.
Il fatto che questo ennesimo film di Medici abbia battuto diversi record di incasso al botteghino la dice lunga sulla condizione del nostro cinema.
Guardandolo mi aspettavo di tutto, un film di denuncia, un film di parte, una strizzatina d'occhio al buonismo italico che attraversa trasversalmente la cosiddetta sinistra italiana fino alle porte della Santa Sede che da ogni pulpito invita all'accoglienza.
Non mi aspettavo un film razzista o generalista che forse avrebbe trovato molti consensi nel pubblico dei cine panettoni italiani, lo stesso che inizia un discorso dicendo prima gli italiani e magari lo stesso che paga in nero lavoratori extra comunitari per la raccolta dei pomodori.
Invece il film riesce ad affrontare un tema delicatissimo come quello dell'accoglienza e della migrazione con furbizia ponendo il protagonista dalla parte dei migranti.
Riesce anche a fare ridere e sorridere, mi ricorda in parte Benigni, un altro maestro nel trattare temi drammatici con leggerezza (la vita è bella).
Il film è una favoletta con tanto di cartone animato finale davvero esilarante, invita all'amore universale, non consegna ricette allo spettatore, ma leggerezza e generica vicinanza al popolo africano.
Meritava le polemiche? No.
Meritava gli incassi stratosferici? No.
Rimarrà fra i capisaldi del cinema italiano anni duemila? Non credo.
Il film è e rimane una furba manovra commerciale per portare a casa il risultato, incassare denari e facile consenso e credo che il fine del signor Medici sia questo, quindi tanto di cappello, almeno non ha raccontato ipocrite fandonie.
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