E così finisce un'altra serie terminata in realtà il 21 maggio 2012, otto anni fa.
Io però l'ho vista e in parte rivista in questa estate che rimarrà nella memoria collettiva come l'estate covid, delle mascherine, degli assembramenti e di tutte le altre amenità che compongono al momento il nostro quotidiano.
Per me è stata invece estate di serie televisive, qualche buona lettura, molto lavoro sia in divisa che dietro il portatile cercando di portare a casa l'ennesimo romanzo di Trebbi.
House mi mancherà, mi mancherà l'atmosfera, l'introspezione psicologica, l'indagine medica, la sua squadra con tutte le diverse mutazioni temporali, mi mancherà terribilmente Wilson (Watson?) e mi mancherà quel grandissimo bastardo di House, mai scontato, mai banale, decisamente cinematorgafico e improbabile ma non per questo meno affascinante e carismatico.
Alla fine come i gatti amano i luoghi ove vivono (così si narra) io amo le fiction che mi accompagnano, perché la vita è sogno o al massimo un romanzo.
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