Notte ore 24,30 mi sposto da un punto all'altro per recarmi al lavoro e come consuetudine ascolto radio due, in onda una replica della trasmisisone serale, i brani ballabili italiani anni ottanta e parte Kalimba de Luna, 1984, Tony Esposito ed esplode fra Ferrara e Bologna dentro la mia macchinetta la stessa atmosfera di un'estate di 35 anni prima.
Appena tornato dal servizio militare, un'estate perfetta come può essere solo nel ricordo, avevo 25 anni e dovevo recuperare 15 mesi buttati a servire la patria e ancora oggi ne porto addosso le conseguenze di quel servizio di prima nomina.
Indossavo giacche troppo grandi sopra t-shirt colorate come vedevo nei telefilm americani come Miami Vice e ballare sotto il cielo di Parco Cavaioni o a Villa Serena era la cosa più vicina alla realizzazione della mia idea di liberazione.
Ero giovane e le ragazze quell'estate non erano più remote e inaccessibili, in un Italia in guerra fra terrorismo e attentati noi giovani italiani riuscivamo comunque a ballare, amare, muovendoci in vespa per le colline bolognesi, cuba libre, notti in bianco e una sensazione ineguagliabile di forza, entusiasmo, voglia di muoversi, ballare, vivere, amare.
Fu un'estate indimenticabile della quale rimane solo un fievole ricordo, e questa canzone con la quale inizio una nuova settimana, ha risvegliato in un attimo quelle sensazioni.
La giovinezza è talmente fugace, ma a volte è possibile ritrovarla nelle pieghe del tempo.
Forse la musica è in grado di fare la differenza, come una magia buona o un profumo familiare, non può restituire il tempo perduto ma forse aiutare a trovarne un senso.
Magari ci scrivo un racconto.
Magari no.
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