Niente di nuovo sotto il sole, sto parlando di due crime europei che non cambieranno il modo di concepire il nero televisivo, non sono rivoluzionari, anzi a tratti ripropongono personaggi noti.
In Bordertown, città di confine fra Finlandia e Russia, arriva un poliziotto che ha una marcia in più, merito della sua formazione e inclinazione, per risolvere casi complicati.
Nella tregua c'è un altro detective che torna nel paesello belga della sua giovinezza dopo la morte prematura della consorte per imbattersi nell'omicidio di un giovane calciatore senegalese.
Due serie dignitose, a tratti inquietanti, che però mi hanno sedotto dal punto di vista antropologico.
Mi hanno permesso di sbirciare dal buco della serratura di due paesi per me sconosciuti.
La Finlandia e il Belgio.
Qualcosa passa attraverso la finzione televisiva, cibi nei piatti, abbigliamenti, pettinature, estetiche, natura, molta natura, verdi foreste, paesaggi sconosciuti e remoti e per quanto riguarda la Finlandia anche una diversa alternanza giorno e notte.
Insomma, Netflix ha questa cosa che mi piace, fra le altre, diffonde insieme alla fiction anche culture e paesi altrimenti irraggiungibili che mi fanno pensare a quanto siamo diversi nella stessa Europa e a quanto mangiamo meglio noi italiani.
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