Luca Occhi è un vero scrittore, uno che con entusiasmo si occupa di scrittura e scrittori, uno che ci crede, uno dei fondatori di Officine Wort.
Per capire quale sia il suo livello di motivazione basta dare un'occhiata a TURNO DI NOTTE che anche quest'anno prenderà vita il 7 luglio con l'incipit del grande Lucarelli, i particolari li trovate sul loro sito.
Il Cainita è il suo primo romanzo e all'interno ho trovato diverse anime e diversi riferimenti, per un amante, come ero da ragazzo dei libri di avventura, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle digressioni temporali che compongono la parte finale dei diversi capitoli.
Una scia di delitti attraversa il tempo sull'onda di un lucido delirio, questa è l'unica indicazione che mi sento di potere dare per non svelare troppi elementi di un thriller costruito con attenzione ai diversi meccanismi del genere che vanno a combaciare al momento giusto per permettere al lettore di dare un senso all'intera vicenda.
Ma il vero protagonista del romanzo è lui, l'investigatore, il dolente e insofferente commissario Rinaldi che deve fare i conti prima di tutto con i suoi fallimenti esistenziali, sentimentali, professionali e Occhi è bravo a costruire un ambiente poliziesco credibile, con le dinamiche nevrotiche e ciniche istigate dai media, che sovente caratterizzano i diversi commissariati.
Rinaldi ci conduce per mano attraverso tentativi ed errori, e una insofferenza dirompente che finisce per esplodere in una sana aggressività liberatoria, fino alla risoluzione del giallo, e tutte le sue disavventure fanno di lui un personaggio credibile, al quale è difficile non affezionarsi.
Alla fine il vero protagonista del nero finisce sempre per essere l'eroe, specialmente quando di eroico non ha nulla.
Editore: Damster
Collana: Comma21Pagine: 160
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2017
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