"Un giovane bipede con occhiali Armani ultimo modello e un sobrio completo primaverile scende da una monovolume a metano e Provenzano si chiede quale mestiere potrà mai fare quell’uomo che intanto sorride a un cucciolo appena corrucciato, gli mormora parole affettuose, lo prende in braccio, poi lo adagia a terra e lo guarda partire verso la scuola come uno di quei giochini a pile. Lo sguardo del giovane padre è tutto zucchero e nostalgia, già soffre per la separazione che gli impedirà di condividere il suo tempo con la creatura partorita dalla sua compagna. Provenzano sbuffa fumo verso il cielo che sta diventando luminoso e nitido come in una fotografia e muove piano la testa.
Quel piccolo mostro ti succhierà il sangue, dilapiderà il tuo piccolo tesoretto, a quindici anni si farà la prima canna e a diciotto ti ruberà le chiavi dell’auto, probabilmente non ci sarà il giorno del tuo funerale e non verrà al tuo capezzale ad assisterti e prima di terminare gli studi ti sarà costato come il prodotto interno lordo di una nazione africana, nonostante tu ne sia consapevole lo guardi con amore non corrisposto e ne senti già la mancanza… sei proprio un coglione.
Dopo il papà nostalgico ecco fermarsi davanti alla scuola un suv rav4 nero, classico automezzo cittadino, inutile, dispendioso e aggressivo nelle sue cromature luccicanti. Scende la conducente, una bella mamma biondo cenere, polpacci abbronzati magri e scolpiti da frequentatrice di una qualsiasi attività sportiva, dallo spinning al pilates, passando magari da una bella attività in acqua ad alzare polpacci e muovere glutei sotto la supervisione di qualche istruttore giovane e muscoloso. Sono mamme bolognesi, casalinghe non troppo disperate, sposate con uomini indaffarati e veloci che guidano auto grintose e si muovono nel mondo come palline di flipper fra speculazioni azionarie e commerci poco trasparenti. Provenzano immagina il mondo patinato della bella mammina di turno che solleva un fagotto biondo con treccine per poi depositarlo con attenzione, ma poca tenerezza, al suolo, piegando le belle cosce muscolose, come da indicazioni ricevute in palestra. Lo spettacolo piace a Provenzano, la mamma deve essere una di quelle che urla nei momenti giusti trasformandosi da asettica mammina ad amante disinibita senza preoccuparsi molto della metamorfosi. La bionda si volta verso di lui, come se l’avesse intuito con un radar interiore e lo guarda per un lungo istante, valutandolo, l’espressione del volto è fredda e imperscrutabile, gli occhi nascosti da un paio di lenti fotocromatiche. Provenzano sorride rilassato e la donna afferra la mano della figlia trascinandola quasi verso la scuola"
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