Il miracolo.
Vi lascio con la colonna sonora della prima stagione.
Una canzone in perfetta sintonia con le immagini evocate da un Ammaniti in stato di grazia.
Dentro Il miracolo, l'Italia smarrita di questi anni convulsi fra miracoli veri o presunti, idee di indipendenza dall'Europa, nostra nuova padrona che ci tiene per il collo attraverso un debito pubblico irrisolvibile e le solite mafie e regie, solo più raffinate, meno sanguinarie, più pervasive di un tempo, come cancri sottopelle che annientano lo slancio vitale di ogni cittadino onesto.
Il miracolo rappresentato da Ammaniti non è tanto diverso da quello quasi implorato da milioni di italiani che pur di sperare in una pensione dignitosa e possibile sono pronti a votare chiunque, non per un vero credo politico o per una scelta morale ma per pura disperazione.
Non c'è scampo nella prima stagione di questa fiction e pochissime speranze per il futuro.
Vi lascio solo affermando che la prima stagione è il preludio di un inevitabile seguito e spero che così sarà perché la prima stagione mi è piaciuta.
Ottimo il cast:
Guido Caprino un premier anche più realistico dei nostri premier, cinico, disincantato, spietato e disperato.
Elena Lietti la first lady, alcolizzata, ninfomane, annichilita nel suo ruolo di moglie del premier, credibile, efficace
Tommaso Ragno, il prete, malato, ludodipendemte, un uomo che ha smarrito qualsiasi tipo di fede e si trascina in una vita senza vie d'uscita.
Sergio Albelli, il generale, forse uno dei personaggi più interessanti.
Alba Rohrwacher la chimica, con il suo rapporto simbiotico con la madre in stato vegetale.
Tutti bravissimi, efficaci, credibili, dirompenti.
Complimenti, finalmente un prodotto italiano davvero interessante e chi se ne frega degli indici d'ascolto.
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