venerdì 27 aprile 2018

La consistenza del sangue ...frammenti 3






"Dietro il banco del bar ci sono due giovani addetti alla ristorazione della Camst, lui avrà vent'anni, appena sovrappeso, occhi grandi, chiari, luminosi, un tatuaggio rosso a forma di cuore sul lato destro del collo, lei forse più giovane, capelli ricci raccolti sotto il cappellino bianco di cotone, zigomi alti, pelle scura, forse di lampade, occhi neri e sguardo imbronciato.Lui serve al banco e lei prepara i caffè, con la schiena rivolta ai clienti che si avvicinano al banco per consumare, poi veloci se ne vanno, un’onda in continuo movimento, con i picchi dovuti ai diversi orari. Ora l’onda comincia a ingrossarsi, camici bianchi arrivano per consumare pasti veloci brandendo buoni pasto, tutti parlano animatamente, alcuni ridono, il rumore comincia ad aumentare, è un chiacchiericcio allegro, ma Castaldi pensa che in mezzo a quella confusione dopo un’ora a seguire ordini schizofrenici dei diversi avventori potrebbe uscire matto.




Invece il ragazzo, che si chiama Ciro, o almeno così lo ha 

chiamato una collega alla cassa, sembra divertirsi, sorride a 

tutti, risponde a tono, buongiorno, grazie, prego, e poi si volta

 veloce verso la bella mora nervosa e le ripete gli ordini, 

preciso, quasi musicale.


Due caffè, uno basso, uno macchiato, una nuvola, un cappuccino, un ginseng, un deca, e così di seguito. La ragazza neanche si volta, le sue mani si muovono nel vapore della grande macchina e inseriscono, versano, miscelano, spostano, riempiono, così all'infinito, perché così Castaldi lo percepisce quel tempo, un lavoro massacrante ed eterno fra il vapore della macchina, il trambusto incessante della gente, gli ordini scanditi a ripetizione, un lavoro duro.


Poi Ciro fa una cosa, banale, leggera, non c’entra nulla con

 quel girone dantesco che la Fornero, ministro tecnico di un

 paese in caduta libera, chiamerebbe un lavoro da prendere al

 volo.


Ciro, fra un sorriso e un grazie, solleva una tazza pulita e vuota da cappuccino e muovendosi veloce l’avvicina all'orecchio della ragazza impegnata a sfornare bevande calde e le sussurra all'orecchio in maniera comunque percepibile: «E sorridi una buona volta… ascolta… qui dentro c’è il mare» e lei rivolge il viso verso di lui a pochi centimetri dalle sue labbra e gli sorride, spezzando in un solo istante quella seria incazzatura che sembrava inossidabile."

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