E' già nelle librerie bolognesi, ieri l'ho visto alla libreria Coop del Centro Nova, Bolognesi per sempre, raccolta di racconti a firma di un nutrito gruppo di scrittori bolognesi per nascita o adozione fra i quali anche il sottoscritto.
Mi piacciono i racconti di questa antologia perché non sono i soliti aneddoti tipici e celebrativi di una città, ma una vera esperienza in soggettiva del proprio senso di appartenenza a una storia o a una città.
Nello specifico il mio racconto, L'11 marzo di un giovane (comunista) è la vera storia di un Massimo Fagnoni diciassettenne e del suo 11 marzo 77, una giornata che per la mia generazione, e non solo per la mia, ha rappresentato lo spartiacque fra le due anime di Bologna e tante altre cose, la fine dell'idea di città ideale, la fine di un sogno, la presa di coscienza della realtà.
Solo chi c'era può capire e condividere.
Il mio racconto non ha nessuna pretesa storiografica o sociologica, è solo la giornata di quel giovane che non sono più, un bolognese a tratti pentito, a tratti nostalgico, che deve tanto alla sua città e che nello stesso tempo non ha mai vissuto Bologna come il centro del mondo, ma come luogo eletto per passarci la maggiore parte della propria esistenza.
Leggendo i racconti la sorpresa è stata ritrovare altre soggettività a confronto, altri sguardi disincantati, racconti intelligenti, taglienti, attuali.
Vi lascio alla lettura di Bolognesi per sempre, perché chi nasce o vive a Bologna può amarla, odiarla, rimpiangerla, denigrarla, ma non può rinunciare a lei e alla sua anima, è come l'amore della tua vita, difficile duri in eterno, ma ti accompagnerà per sempre ovunque deciderai di andare.
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