C'erano i super eroi Marvel, e io ero giovanissimo, la differenza fra me stesso che leggeva l'uomo ragno, Devil, Silver Surfer nei fumetti e me stesso che li vede oggi nello schermo in alta definizione quasi quarant'anni dopo è soprattutto anagrafica e in questo caso esistenziale.
L'ultimo capitolo della saga dedicata a uno dei supereroi più sofferto della Marvel, The Wolverine è in forte sintonia con il mio tempo mortale, è un film crepuscolare dove insieme a una dose di sana violenza tagliente e sanguinolenta si muove Logan in un mondo che non sente più suo. Anno 2029, El Paso, i mutanti sembrano scomparsi dalla faccia della terra e Logan si preoccupa di mantenere in vita Charles Xavier ultimo testimone quasi demente di un'epopea dissolta.
Wolverine dovrà fare i conti con il proprio corpo malconcio e con una nuova persona da portare in salvo, una bambina molto affine a lui.
Un film triste, violento, romantico, con una citazione western dal film Il cavaliere della valle solitaria che suona come un canto del cigno, la storia di un anziano pistolero che cerca di fare pace con il suo passato ma alla fine deve arrendersi alla sua natura.
Questo film a differenza di tanti altri esperimenti sul mondo Marvel l'ho sentito molto vicino, forse il super eroe che credevo di essere a vent'anni non c'è più, si è arreso di fronte all'ineluttabilità della vita, adesso è rimasto solo l'uomo
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