Quando Antonio Bagnoli editore Pendragon mi ha scritto chiedendomi in amicizia di presentare il primo romanzo di Daniele Guidetti, ho accettato, perché Antonio mi piace, è un editore bolognese, uno che coraggiosamente tiene la posizione in un mercato editoriale dominato dai soliti noti.
Non conoscevo Daniele e sono andato a documentarmi in rete mentre cominciavo a leggere il romanzo, e ho scoperto con una certa emozione che questo signore è uno dei primi fotografi di fashion italiani che tradotto significa moda, sfilate, luoghi luccicanti dove donne bellissime indossano abiti di famosi stilisti, un professionista dell'immagine, una persona lontana da me e dal mio mondo, tanto concreto quanto localizzato.
Abbiamo fatto conoscenza a cena dalle mie parti e al di là della sua simpatia ci siamo incontrati su un punto fondamentale e decisivo, la scrittura creativa.
Tutto il resto, la nostra storia, i diversi ambiti lavorativi, la differenza generazionale, sono finiti sullo sfondo.
Il suo romanzo mi è piaciuto perché risponde a una regola tanto semplice quanto indispensabile per piacere, intrattenere il lettore spingendolo a continuare nella lettura pagina dopo pagina per capire come andrà a finire.
La storia è dinamica, un romanzo d'azione, e visto che sto guardando Narcos e sono un appassionato di Breaking Bad non poteva non piacermi. Si parla di narco traffico, di sud America, c'è molta violenza ma è la stessa violenza che puoi leggere in una qualsiasi adventure di Don Wislow, o Faletti, perché questo romanzo ha una caratteristica che lo distingue dai miei, è un prodotto che potrebbe essere esportato e trasposto cinematograficamente. Daniele Guidetti è uomo che vive di immagini e si vede da come riesce a renderle vive sulla carta.
Permettere al lettore di vedere un luogo o una situazione attraverso parole scritte al computer non è da tutti e Guidetti ci riesce con facilità probabilmente grazie alla sua esperienza professionale, chi lavora con le immagini deve per forza capire quale inquadratura, sfumatura, colore sarà più efficace per sedurre il pubblico e il suo Perù vero o ricostruito che sia diventa luogo magico attraverso le pagine di Buio Relativo.
Permettere al lettore di vedere un luogo o una situazione attraverso parole scritte al computer non è da tutti e Guidetti ci riesce con facilità probabilmente grazie alla sua esperienza professionale, chi lavora con le immagini deve per forza capire quale inquadratura, sfumatura, colore sarà più efficace per sedurre il pubblico e il suo Perù vero o ricostruito che sia diventa luogo magico attraverso le pagine di Buio Relativo.
Se fossi uno che azzarda punterei sul suo primo romanzo.
Ma sono troppo vecchio per scommettere, mi limito a consigliarvelo, dentro troverete un mondo, molti personaggi interessanti, molta azione e anche l'amore, come nella migliore tradizione letteraria, 350 pagine di puro intrattenimento con alcuni spunti di riflessione sulla vita e sulle dinamiche che ci portano a volte, quasi casualmente, sull'orlo del precipizio.
Una scommessa tutta italiana che parte da Bologna con la speranza di conquistare il mondo.
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