Io non conosco i giudici che hanno deciso i nostri diritti, perché fateci caso, nel nostro paese alla fine decidono sempre tutto loro, e non entro nel merito del loro giudizio solo perché sono un vigliacco e non mi metto a sindacare la loro opinione, perché loro sono i giudici.
Io mi rivolgo ai colleghi.
Cosa fa un cristiano l'8 dicembre? il 25 dicembre, il 26 dicembre, la notte dell'ultimo dell'anno? il primo giorno dell'anno?
A seconda del loro stato sociale, dei soldi in tasca e della loro condizione possono festeggiare, stare in casa e barricarsi, dormire tutto il tempo e comunque nessuno chiederà loro di lavorare.
Noi invece siamo costretti a essere in strada o per i vecchi come me in centrale radio a rispondere al telefono.
Si chiama senso del dovere e accordo contrattuale.
Non è una giornata come le altre, se in passato si è stabilito che pagarci la giornata come straordinario infrasettimanale era giusto, non capisco come sia possibile che oggi non lo sia più, in un paese dove, diciamocelo, il confine fra giusto e sbagliato è talmente labile da essere quasi inesistente.
Non facciamoci strappare la pelle fratelli, colleghi, compagni di lavoro.
Stanno cercando di umiliarci e ci riescono alla grande.
Mandiamo loro a lavorare gratis nelle giornate deputate alla famiglia, alla glorificazione delle festività, alla nostra piccola però indispensabile vita.
Attenzione stanno rubandoci il futuro, non permettiamolo.
Massimo Fagnoni delegato SULPL Bologna
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