giovedì 3 agosto 2017

#ilghiaccioelamemoria ... frammenti 8






Ho aspettato a lungo qualcosa che non c’è,
Invece di guardare il sole sorgere
E miracolosamente non ho smesso di sognare
E miracolosamente non riesco a non sperare.
E se c’è un segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole


Matteo sta fumando appoggiato alla ringhiera del
terrazzo della casa di montagna, sotto di lui una
strada sterrata che in discesa termina nei pressi di
un vecchio mulino.
Il paesaggio è immobile come in una vecchia fotografia,
si sente il cinguettio di passerotti, si sente
appena il rumore del ruscello che scorre sotto il
mulino. Matteo è in pace come non gli capitava da
tanto tempo, è in un luogo della memoria, uno dei
posti che ha deciso di dimenticare, uno dei luoghi
del suo passato e del passato dei suoi genitori, dei
nonni e della sua razza bastarda.
Si chiede perché ha atteso tanto a tornare in quel
posto nel quale vide la luce suo padre e perché ha
atteso tanto cose che non si sono realizzate. In
quel pensiero compare all’orizzonte, come in un
miraggio di un giorno d’estate, Federico.
È lui, la camminata lunga da montanaro di città, la
barba scura, da alpinista, lo stesso piumino rosso
senza maniche, lo stesso maglione nero a collo alto
da marinaio, i suoi occhiali da sole.
Matteo spegne la sigaretta chiedendosi quando ha
deciso di ricominciare a fumare e comincia a camminare
incontro all’amico, come quando lui tornava
da una corsa lungo le strade dei suoi monti.


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