The Walking dead sette volge al termine, e devo confessare che ho anche pensato di rinunciare alla visione della stagione subito, all'inizio, dopo la morte di due personaggi chiave della serie.
Non racconterò altro, se non che sicuramente questa è la stagione più cupa e dolorosa di tutta la serie fino a ora, quella nella quale la speranza diventa qualcosa di remoto e dove regna un clima di oppressione, repressione, violenza mai sperimentati prima, e i vaganti diventano un accessorio all'orrore quotidiano, quasi sempre affrontabili ed emerge il vero mostro della stagione Negan e il suo sistema dittatoriale, spietato e insensato.
Che dire, mancano solo tre puntate alla conclusione e non so come finirà, so solo che si sta preparando una sorta di riscossa e mi piace il crescendo, l'evoluzione della trama e il riemergere dei personaggi che tanto mi ha affascinato nell'intera vicenda.
Faccio fatica a definirlo semplicemente un horror, faccio fatica a legarlo solo al fumetto.
TWD è una metafora spaventosa del nostro mondo, e mi viene in mente la canzone di Mengoni, quella che parla di esseri umani e che nel complesso fa quasi tenerezza.
TWD crea emozioni, impressiona e non stanca ma non potrà mai eguagliare l'orrore quotidiano dei nostri tempi, dove i poveri vaganti sarebbero solo una conseguenza dei nostri errori, come nel film, e sicuramente non il male peggiore.
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