"Trebbi è seduto sul tram 201 direzione Corticella, lui sa che è il solito tram, quello che arriva alla periferia estrema della città per poi tornare indietro e riattraversarla tutta, ha la fronte larga appoggiata al finestrino freddo e guarda fuori ma vede solo macerie nascoste in parte dalla nebbia e dal buio, devono avere bombardato da poco, sente distintamente puzza di carne bruciata e polvere da sparo e ciò che vede non gli piace, Bologna è a pezzi, poche ombre magre e tremolanti si muovono nelle strade ghiacciate, si volta lento e osserva gli altri passeggeri, sul cassero vicino alla porta d’ingresso c’è il bigliettaio, indossa una divisa nera e ha grandi baffi, è immobile come in una fotografia in bianco e nero e anche gli altri passeggeri sono paralizzati in immagini bidimensionali".
"Quando era bambino sua madre lo chiamava e dieci minuti prima del pranzo domenicale gli metteva davanti una fetta di pane toscano con la carne rovente sopra e quel ricordo non è semplice nostalgia, è essenza vitale, fa parte del suo patrimonio genetico; se trapiantassero il suo cervello e lo stomaco dentro un altro individuo, anche non emiliano, lui è convinto che quella persona ritroverebbe le stesse sensazioni."
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