Morire in divisa, morire in agosto, mentre la gente è in vacanza... gli altri, quelli che passandosi il piatto della grigliata in un qualsiasi luogo di vacanza e masticando allegramente, commentano:
è morto un poliziotto cinquantenne, a Ventimiglia, dove i no borders manifestavano per i diritti dei migranti.
Morire in divisa d'agosto a Pompei, 55 anni, agente della Municipale, mentre rincorreva alcuni extra comunitari che vendevano merce contraffatta, anche in questo caso infarto.
Casi simili, colleghi anziani, come lo sono io che di anni ne ho 56 e so cosa significa correre dietro a qualcuno, affrontare situazioni a rischio, fra illegalità, trattamenti sanitari obbligatori, sgomberi, viabilità, conflitti umani e follie improvvise.
Noi non facciamo ordine pubblico, ma mi immagino a 55 anni nel calore opprimente di un qualsiasi confine a sostenere lo stress, con casco, e tutta l'armatura, perché devo fare il mio dovere, perché l'età media dei lavoratori in divisa è sempre più elevata per tutti! E noi della Polizia Locale non abbiamo nemmeno la speranza di potere andare in pensione prima, condannati come in un girone dantesco a indossare dei panni sempre più stretti, con una microcriminalità sempre più dilagante e le nuove emergenze sociali e terroristiche.
Non entro nel merito delle questioni, non mi dilungo a parlare di migranti, ho le mie idee e me le tengo.
Io sto dalla parte dei miei colleghi, fratelli, compagni.
Loro, che siano colleghi della Municipale o poliziotti o carabinieri, loro sono la mia gente, sarei ipocrita se mi schierassi diversamente e forse il problema in questo paese è proprio questo.
Se muore uno sbirro di infarto, era un vecchio, doveva stare a casa, in fin dei conti stava facendo il suo lavoro lo sapeva cosa rischiava.
Ma la gente che non indossa la divisa, quelli di prima che mangiano carne alla griglia e brindano all'imminente ferragosto e quelli che giocano in parlamento con la vita delle persone, si dimenticano come al solito che è per permettere loro di godersi le ferie che in giro ci sono divise sotto il sole che fanno il loro dovere con armi spuntate, pochi strumenti ed ancor meno tutele.
Io penso ai due colleghi, morti in contesti diversi, gente come me, persone che lasciano famiglie, e il mio pensiero è solo per loro e per quelli che in questi giorni controllano le strade, le piazze, gli accessi, i confini.
Non dimentichiamoci di loro.
Nessuno deve restare indietro.
Massimo Fagnoni delegato SULPL Bologna
4 commenti:
Niente da commentare, mi associo a Massimo.
Roberto
Nulla da aggiungere.....anch'io mi associo a Massimo.
realtà nuda e cruda...ma x i politici di turno...ciechi e sordi...quando vogliono, non cambia nulla. Onore ai caduti...e un grande riconoscimento che viene dal profondo del cuore.
Concordo in pieno con te Massimo; solidarietà e un pensiero a chi non c'è più
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