Sto entrando in piscina quella dove solitamente nuota anche Trebbi, giornata estiva, periodo nel quale le piscine si riempiono di minori accompagnati da educatori più o meno preparati, sono i cosiddetti centri estivi che radunano i bambini nel periodo in cui la scuola è chiusa e i genitori non sapendo dove collocarli li inseriscono in queste situazioni comunali o private, poco importa. La speranza dei genitori è che i loro pargoli possano divertirsi facendo attività ludico sportive in compagnia.
Mentre vado verso l'ingresso vedo un bambino, uno scarabocchio magro e saltellante che sta facendo versi e gesti verso una educatrice bionda e giovane, potrà avere vent'anni al massimo e potrebbe essere una discreta pallavolista giudicando dal fisico, dietro alla educatrice una bambina sta piangendo a dirotto.
Si intuisce che la causa di tanto sconforto è il marmocchio saltellante che irride educatrice e coetanea e fa gestacci espliciti con il dito medio.
L'educatrice sta separando i contesti, sta tenendo fuori dal gruppo l'elemento disturbatore, e si vede che fatica a gestire la situazione, si vede che è arrabbiata e impotente, mentre il bambino indisciplinato continua a offendere senza un argine, senza un minimo timore.
Stessa piscina pochi giorni dopo, due bambini sotto le docce, forse fratelli, forse no, si lanciano i costumi bagnati da un capo all'altro del locale, ridono urlano, sembrano scimmie in libertà, sono nudi, quando la regola prevederebbe l'utilizzo del costume sotto le docce, devo chiedere loro di interrompere il gioco per permettermi di fare la doccia senza essere colpito dai loro costumi, generosamente interrompono il loro gioco per pochi istanti per poi ricominciare appena esco di scena.
Bambini ...
Io non ero così, rispettavo le regole, temevo la punizione e non solo dai miei genitori, dalla maestra, dall'educatore di turno in colonia, dal poliziotto municipale (allora vigile), dal carabiniere, dal passante, dall'adulto.
Questi minori cosa hanno da temere?
L'educatrice non può intervenire in nessun modo, rischierebbe una denuncia, o l'ira di genitori subito pronti a difendere il loro piccino, poco importa che sia l'enfant sauvage di Truffaut, poco importa che non rispetti regole, coetanei, istituzioni, adulti.
Il bimbo può tutto, al bimbo tutto è dovuto, il minore spesso lo sa, lo sanno i minori che stuprano in branco, lo sanno i criminali che li utilizzano per i reati, lo sanno i bulli nelle scuole.
Ma noi adulti lo sappiamo?
E di chi è la colpa? come sono strutturate le famiglie oggi, con figli spesso unici cresciuti a playstation e facebook, senza controllo, senza argine.
Quali adulti diventeranno questi bambini totalmente privi di regole, viziati, anestetizzati da una virtualità che riempie le loro vite e i loro giorni?
E non ditemi che non mi piacciono i bambini, mi piacciono molto, visti da lontano.
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