venerdì 15 luglio 2016

bolognesi per caso ... commenti di un lettore sincero: seconda parte




















Ho appena letto il racconto di Flaminio Verzocchi. Che dire? Mi è piaciuto anche questo. Se costui si ritrova presso il CSM di via Tiarini. Non vorrei fare paragoni azzardati, però capisco bene Flaminio e ciò che ha fatto, per quanto possa essere crudele, o crudo. Semmai trovo grottesco, surreale, quel che si fa nel mondo moderno alle persone che fanno qualcosa di orribile, di inaccettabile nella società, come un atto di violenza. Per evitare che il colpevole finisca in carcere, o subisca una pena durissima, si imbastisce una serie di azioni che portano la persona a essere incapace di intendere e di volere. Forse può essere così nella frazione di secondo in cui si fa l'atto di violenza (che non si riesce a spiegare perché non è permesso nemmeno provarci), però a volte può essere atto premeditato. Come nel caso di Flaminio. Di mio preferirei venir punito ma potermi spiegare piuttosto che avere una punizione e una correzione blanda corroborata con una cura psichiatra e farmacologica. Comprensibile anche il modo in cui si sente Flaminio alla fine del racconto. Sente di aver fatto bene. Moglie e genero erano proprio antipatici. Tanto che mi viene da pensare a un personaggio cattivo dei "Pilastri della Terra", che sposa una per fare un dispetto a un altro, la intrappola in un matrimonio infelice, un giorno l'aggredisce, il cognato lo uccide ed è poi costretto all'esilio per evitare l'arresto (e visto che la storia è ambientata nel Medioevo, va a combattere in Terrasanta). Nel tuo racconto egli si chiama Walter, nei "Pilastri della Terra" si chiama Alfred.




"Chissà i ragazzi" e "Primavera" trovo che siano molto poetici. Oggi pomeriggio ero sicuro quale dei due lo fosse di più, ora ho il dubbio. Di sicuro "Primavera" parte da qualcosa di reale, ma è anche sognante. Più di quello di "Chissà i ragazzi". Ebbene sì, confermo: l'aria di una città è impregnata di chi l'ha abitata e costruita. E lo sarà anche se come in "Io sono leggenda" dovesse essere disabitata. Con le edere che spuntano sulle mura coprendole. Mi incuriosisce sapere quanto c'è di vero in "Chissà i ragazzi" e "Uccello del malaugurio". C'è stata ispirazione per qualcuno di reale? Il primo racconto non mi dava subito l'impressione che si parlasse di due ragazzi di ieri, invece che di oggi... e "Uccello del malaugurio" non pensavo fosse ambientato a Milano. Almeno così pare.

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