sabato 25 giugno 2016

w l'Inghilterra




Il caso Brexit agita le coscienze di tutta Europa ma non aspettatevi da me considerazioni socio economiche, politiche, morali, a favore di una parte o dell'altra, l'unica riflessione emersa da questa giornata che ha fatto tremare le borse è un collage di immagini e suoni in libertà.

In auto di notte verso lo sgobbo obbligatorio intercetto una canzone degli Spandau Ballet, Barricades.

Come dimenticare i mitici Spandau e la famosa rivalità con i Duran Duran e allora eccomi a ruzzolare in una carrellata sudata, nonostante le due del mattino, di canzoni e video musicali, quelli che a ventiquattro anni mi bevevo giorno e notte su videomusic e solo i cinquantenni forse possono rimembrare.

L'Inghilterra  dei Clash, del punk, dei Simply Red, l'Inghilterra dei Wham inventori di uno dei motivi natalizi diventato un cult per le successive generazioni, i Wham di George Michael.

L'Inghilterra degli Style Council, dei Bronski beat, dei Cure, dei Police, dei Dire Straits, dei Queen, dei Culture Club e quanto potrei proseguire avanti e indietro nel tempo.

Indietro fino ai Genesis, fino ai Beatles, avanti fino ai Cold Play e ho scritto solo di musica, non ho parlato di cinema,  teatro,  letteratura e soprattutto di integrazione, quella che ho percepito camminando per le strade di Londra, crocevia  di tutti i colori del mondo, dove sicuramente le contraddizioni troveranno il modo di esplodere,  ma dove concretamente diverse culture si contaminano ogni giorno in un caleidoscopio tanto colorato quanto vitale.

L'Inghilterra per me è e rimane luogo dell'immaginazione, fonte di ispirazione, patria della creatività, modello culturale e ci sarà un motivo se a tutti nel mondo tocca studiare l'inglese per comunicare ancora oggi?

Spengo la radio del'auto, scendo e vado al lavoro  e la musica degli anni 80 mi rimane in circolo insieme alla mia personale idea di libertà e se penso al semplice concetto di libertà quella che dona ossigeno ai pensieri e ci affianco il nostro paese blindato, assediato, ricattato, affogato da debito pubblico e da innumerevoli debiti politici e culturali, mi viene una gran voglia di salire sul primo aereo e farmi un giro per Londra.
Le considerazioni politiche, economiche, antropologiche le lascio agli intellettuali dell'unità europea a tutti i costi, io continuerò ad ascoltare la musica inglese degli anni 80, la migliore.

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