Scrivere racconti mi risulta relativamente facile.
Vendere racconti è impresa già più ardua.
Sperare che la gente li legga è una chimera.
Ma nonostante tutto sono convinto che i racconti nascondano la realtà in maniera determinante svelandola a chi sa ascoltare e guardare al di là della superficialità delle parole.
I miei racconti entrano nella realtà dei personaggi e la fanno esplodere per permettere al lettore di compararla con la propria o semplicemente con i propri pensieri e considerazioni relativi al quotidiano, perché non c'è nulla di più incalzante del quotidiano, è lì nella tua maledetta o benedetta giornata in divenire che avvengono i miracoli, le tragedie, le violenze, i soprusi, le vittorie e le sconfitte.
Il quotidiano è quella porzione di tempo che un giorno diverrà storia, la tua storia, che qualcuno si divertirà per un attimo o per tutta la vita ad analizzare, sezionare, giudicare.
I racconti, almeno i miei, hanno la presunzione di entrare nel quotidiano come testimoni invisibili del nostro vivere raccontando le cose che ho vissuto, che mi hanno raccontato, che ho visto e immaginato, è un gioco davvero divertente, a volte angosciante, a volte tenero, e rimangono sospesi, come i giudizi che non esprimiamo per non comprometterci, come gli amici che dimentichiamo di chiamare al telefono, come gli amori svaniti nel tempo.
I miei racconti sono frammenti sospesi di bolognesi per caso.
Se ti piacciono i racconti e se hai letto e gradito Solitario bolognese, vieni a chiacchierare con me il 12 maggio alle 17 e 30 alla libreria Il secondo rinascimento.
Le coordinate nella locandina sopra.
Nessun commento:
Posta un commento