Minchia signor tenente.
Torno oggi da un'assemblea infuocata, due anni di conflitti con l'amministrazione comunale e siamo arrivati al nodo, si litiga su numero di notti, servizi disagiati, articolo 208 e si dimentica il nodo cruciale sul quale il SULPL si sta battendo da sempre:
Le nostre condizioni lavorative, le tutele, la formazione, gli infortuni, l'età utile per andare in pensione, gli strumenti del nostro lavoro,
Noi litighiamo sulle piccole cose, sul nostro orticello, mentre il nostro quotidiano è sempre più pericoloso, conflittuale, precario.
Quando prenderemo coscienza, quando capiremo che il nostro problema non sono le amministrazioni locali ma lo Stato che ci rifiuta ogni possibilità di riforma?
Minchia signor tenente, intanto si continua a morire in questo paese da operetta, nell'indifferenza dell'opinione pubblica, nell'inconsapevolezza stessa dei colleghi che come i polli di Don Abbondio continuano a beccarsi allegramente mentre li portano nel luogo dove finalmente gli tireranno il collo.
Minchia signor tenente
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