Non conosco la Comencini scrittrice e difficilmente la conoscerò, conosco poco la Comencini regista e so solo che è figlia del grande Luigi Comencini e certe eredità sono difficili da portare sulle spalle.
Questo film è una sorta di omaggio a tratti nostalgico a tratti ironico a tanto cinema italiano quello che dal dopoguerra fino agli anni settanta ha reso grande il nostro cinema anche nel mondo.
Tanta commedia italiana ha fatto scuola ma non ha lasciato grandi eredi non è rimasto nulla del realismo e per fortuna chi ha voglia di un film come ladri di biciclette oggi?
Non è rimasto nulla della commedia all'italiana, bella graffiante, grottesca, romantica disincantata, dal Sorpasso a I mostri, non è rimasto nulla della stessa commedia di Comencini da Poveri ma belli, alla Ragazza di Bube, a Le avventure di Pinocchio, una delle migliori realizzazioni televisive della famosa favola italiana.
La Comencini insieme a un piccolo drappello di discreti attori italiani racconta con leggerezza la commemorazione di un mostro cinematografico degli anni ruggenti del nostro cinema, un personaggio inventato, che cita in diverse immagini alcuni frammenti di tanto cinema italiano.
E' un racconto al femminile, in parte nostalgico, in parte grottesco, con un unico grosso limite:
Non arriva da nessuna parte, non tocca il cuore, non muove emozioni, non fa ridere se non in pochi momenti, non crea l'atmosfera tipo Vecchia Romagna, non fa nascere il desidero di rispolverare una vecchia pellicola, non muove riflessioni sul ruolo maschilista dell'attore in tanto cinema italiano, non è neanche una storia familiare convincente, insomma rimane una commediola insipida e appena sufficiente, ha un solo vero merito, averci donato l'ultima apparizione sugli schermi della bellssima Virna Lisi, una delle nostre icone per eccellenza.
Ciao Virna, ho guardato il film fino alla fine solo per te.
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