Leggo in questi giorni le polemiche sull'assenteismo dei dipendenti pubblici, la nostra genetica incapacità di rispettare le regole, di rispettare gli orari lavorativi, di lavorare con passione, di servire la Pubblica Amministrazione che ci coccola, ci tutela, ci garantisce da sempre il posto fisso, quello tanto ironizzato dal furbo Zalone nel suo brutto film.
Ancora una volta il dipendente pubblico diventa un bersaglio, tutti uguali noi dipendenti pubblici, come fossimo usciti da una fabbrica di cloni, come se provenissimo dalla stessa scuola di formazione, scuola di fancazzisti.
Guardo alcuni minuti della brutta trasmissione su rete quattro condotta da Paolo Del Debbio, dove la retorica è di casa, e dove ci si mette un attimo ad additare, giudicare, condannare.
Poi sicuramente il problema esiste e sono convinto che esista anche nel settore privato e lasciatevelo dire da uno che ha lavorato quasi vent'anni nel privato.
La magistratura dovrà accertare le responsabilità, chi ha responsabilità dovrà pagare, ma detto ciò crediamo davvero che sia questo il problema del nostro paese?
Io lavoro nella Pubblica Amministrazione ma dove lavoro non conosco cosiddetti furbetti, solo gente che lavora, che fa il proprio dovere, che non vede un aumento di stipendio dal 2009, non vede uno scatto di anzianità dal 2009, sempre con ritardi nel pagamento degli straordinari e la sistematica erosione dei propri diritti da parte di un governo che continua a cavalcare i cavalli di battaglia che portano consenso.
In questi giorni, non si parla della collusione dei politici con la malavita, non si parla dell'evasione fiscale, si parla di una fascia di lavoratori che sicuramente a livello nazionale rimane minoritaria e in televisione tutti si sentono in diritto di additare, di giudicare e questo mi fa pensare che ancora una volta sia più facile sparare su di noi per tenerci al palo, per affossare ancora di più i nostri stipendi, condannati a diventare sempre più poveri, sempre più ricattabili.
Massimo Fagnoni Delegato SULPL Bologna
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