Ho iniziato a vedere le brevi e curate puntate di Booklovers su Sky Arte, e come al solito rimango incantato dalla magia delle parole di grandi scrittori lette questa volta da scrittori contemporanei.
Non ho ancora visto la puntata dedicata al noir metropolitano con Lucarelli e mi sono però gustato la puntata sul cosiddetto romanzo psicologico girata a Torino che ho avuto la fortuna di visitare pochi anni fa e che rimane per me luogo affascinante sia dal punto di vista architettonico sia per i rimandi letterari ed editoriali che mi trasmette, la Torino dell'Einaudi.
In questa puntata Paolo Giordano del quale ho letto solo la solitudine dei numeri primi, parla dello scrivere e della fatica di essere scrittori, intervistato da un puntuale Giorgio Porrà, che riesce a fare domande essenziali e mai banali, e questo giovane scrittore che è anche un fisico, svela senza reticenze quanto lo scrivere possa essere faticoso, una sorta di sentiero difficile e precorritore di scombussolamenti esistenziali, e al di là delle sue parole, che vi consiglio di ascoltare su Sky Arte, il suo atteggiamento pacato e asciutto e le sue riflessioni hanno provocato in me un momento di riflessione.
Scrivere, a prescindere dalla preparazione tecnica, dalla predisposizione, dalla volontà, è a certi livelli una sorta di scelta obbligata, si scrive perché si vuole scoprire qualcosa, come dice Giordano, in questo la scrittura creativa è affine alla matematica o a una qualsiasi scienza.
La scrittura nasce da dentro per permetterci di svelare qualcosa prima noi stessi e poi al mondo, scrittura come desiderio di cambiamento. Scriviamo per cambiare il mondo o almeno per potere urlare al mondo il nostro desiderio di cambiamento e gli scrittori non sono mai appagati, e anche in questo mi riconosco, perché sento di arrivare sempre dopo le cose, dopo la realtà che descrivo, dopo gli stati d'animo e mai in perfetta armonia, come un inseguimento infinito di aspirazioni, desideri, progetti di vita.
E più cerco una spiegazione al mio scrivere più mi rendo conto che è impossibile trovarne una, una plausibile intendo, e i profani potranno dire il desiderio di fama e ricchezza, ma chi conosce il mondo letterario sa che la fama può anche essere un problema e la ricchezza è quasi sempre improbabile.
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