giovedì 10 settembre 2015

expo 2015 ... ma tu ci sei andato?



Che senso ha visitare l'Expo?
Se lo chiede uno storico John Foot.
Io ricordo una canzone recitata da Gaber nella quale raccontava il gusto di perdersi alcuni eventi, il film noiosissimo, la commedia troppo pretestuosa, certi avvenimenti culturali obbligatori, i luoghi che non è possibile disertare se vuoi essere presente al divenire in azione.
Oggi con la piazza virtuale dei social forse la partecipazione si misura dai mi piace, dai commenti su facebook, dai tweet, dai post dei blog eccetera, ma allora come mai tanta gente ha deciso di andare a Milano, pagare un biglietto caro, e annullarsi in file bibliche, sotto il sole, per rimirare riproduzioni plastificate di cibi, pannelli interattivi, e architettura non riutilizzabile?
Questo è un mistero.
Credo che l'Expo abbia creato lavoro e quindi evviva.
Credo che qualcuno ci abbia lucrato e non saremmo in Italia se così non fosse.
Credo che per il paese, critiche a parte, sia alla fine da considerare un fenomeno positivo.
Mai e poi mai ho pensato nemmeno per un istante di andarci perché la folla in  movimento non mi piace e perché quasi tutti quelli che conosco e che ci sono andati non si sono divertiti.
Si conclude l'Expo alla fine di ottobre 2015 e non ha lasciato la minima traccia nella mia vita, è forse l'ultimo Expo al quale potevo assistere da vicino e io me lo sono perso e mi rendo conto che la percezione delle cose che contano è davvero soggettiva, non trovate?

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