Questa mattina ho incontrato Mimmo Ciaccia e altri due coraggiosi ciclisti nel loro giro partito da Milano che si concluderà in Puglia. Otto tappe in cerca d'autore, ieri a Bologna hanno incontrato Varesi e oggi a Imola il sottoscritto.
Mimmo è il coordinatore di questo gruppo di ciclisti solidali che spesso partono per avventure nel cuore del paese alla ricerca di cose, persone, messaggi di vita.
Oggi hanno incontrato me, abbiamo bevuto un caffè in piazza, ho donato i miei ultimi due romanzi che da oggi stanno viaggiando con un corriere a due ruote verso il sud, ed è stato tutto così naturale, come se ci conoscessimo, persone che per motivi diversi sono mosse da passioni buone, quelle che non fanno male e non arrecano danni al prossimo, loro con le biciclette, io con il mio scrivere.
Quando persone appassionate si incontrano per caso o per volontà non potrà che nascere qualcosa di positivo, e la cosa che mi ha sorpreso di più della mia gita a Imola è la città.
Non mi recavo a Imola da circa 25 anni, Allora lavoravo all'Osservanza (ospedale psichiatrico) e avevo un ricordo sfumato della città.
Mi è piaciuta subito questa mattina, alle nove non c'era nessuno per strada una cittadina addormentata come dovrebbe essere la domenica mattina, una giornata di sole fresca dopo il nubifragio di ieri sera, poche persone per strada tranquille, come se l'orrore di questi giorni con attentati ovunque nel mondo, appartenesse a un'altra realtà, strade pulite, silenzio.
Ho desiderato di appartenere a un contesto metropolitano come quello, tanto diverso da Bologna e dalle medie e grandi metropoli del nord.
Desiderio illegittimo?
Non credo.
Esistono ancora luoghi ... come si diceva, a dimensione uomo, sì ma uomo normale, uomo pacifico, uomo civile.
Imola mi ha dato questa impressione,
Bologna mi trasmette altre vibrazioni, ma è tutto così soggettivo, non trovate?
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