domenica 26 aprile 2015

solitario bolognese ... metti una sera a cena



Il 16 maggio 2015 parteciperò a una serata davvero speciale, l' Associazione Culturale Res Aulica mi ha invitato, insieme ad altri due scrittori che dovreste leggere sopra, a una serata letteraria e culinaria, ospite a cena di persone che ancora si dilettano a leggere libri e promuoverli.
A volte penso che la cultura, in questo nostro strano mondo a rovescio, stia tornando ad essere possibilità di pochi, ma non è più come un tempo un fattore economico, più sociale direi, come se leggere narrativa, divulgarla, parlarne, trascorrerci una serata piacevole, stia diventando una cosa secondaria, superflua, vecchia, poco interessante, nell'epoca di Amazon dove un libro o un e-book è soprattutto merce da vendere, sono onorato di essere stato invitato da un' Associazione Culturale, persone che nel loro tempo libero investono tempo e denaro per parlare di libri e di narrativa.
Mi sento sempre più spesso parte di un microcosmo di visionari, appassionati di storie visive e scritte, raccontate e cantate, dove lo spazio predominante invece è quello della spettacolarizzazione dell'orrore mondiale, della crisi economica, della depressione sociale.
Ma sono sempre più convinto che la crisi si combatta con un'invenzione della fantasia e con quella alla fine del secondo grande conflitto mondiale, grandi registi italiani inventarono il neorealismo e non sarà un caso che oggi il nostro cinema in piena decadenza proponga soprattutto robaccia da quattro soldi.
Torno a parlare dei miei racconti, il mio primo libro di racconti Solitario bolognese edito dalla Giraldi piccola e grintosa Casa Editrice bolognese, e per chi ama i racconti vi anticipo che all'inizio del 2016 tornerò in libreria con una seconda raccolta,  questa volta solo racconti brevi .
I racconti sono per me una dimensione parallela e sperimentale, all'interno di un racconto di poche pagine posso inseguire emozioni intense e brevissime come quelle provocate da un brano musicale, posso solo accennare mondi e personaggi lasciando al lettore l'ultima parola, posso trovare spunto per futuri romanzi e allontanarmi una volta tanto dal nero, per cercare qualcosa di più quotidiano e alla fine  più affine alla mia realtà.
Il racconto è un gioco, un esercizio di stile, e quando funziona, quando colpisce il lettore è un piccolo intenso piacere, come una cioccolata calda con panna alla Torinese e gli amici bolognesi capiranno.

Nessun commento: