The butler è un film che parla di diritti civili.
Se le masticate un poco queste due parole senza inghiottirle come fate di solito velocemente, ne potrete sentire il sapore, sembrano vecchie parole d'ordine, ma in realtà sono sempre buone. Diritti, se ci pensate è una parola che ci tira dentro tutti, diritto al lavoro, alla casa, alla famiglia, alla dignità di padre e madre, diritto di essere anziano senza essere eliminato, diritto alla salute etc etc.
Questo film tratto da un articolo del Washington post è tratto da una storia vera quella di un afro americano che per tutta la vita ha servito l'uomo bianco soprattutto dentro la casa bianca come maggiordomo.
Il cast è impressionante si va dal protagonista Forest Whitaker eccezionale conosciuto come personaggio di diverse fiction americane come Criminal Mind molti film e quell'occhio sinistro socchiuso che lo rende più credibile in diverse interpretazioni.
Poi ci sono mostri sacri dal compianto Robin Williams, Cuba Gooding J,Lenny Kravitz, John Cusack e la lista è davvero lunga come cospicuo il costo della produzione, circa 25000000 di dollari.
Attraverso la vita di questo longevo maggiordomo di colore si ripercorrono diversi anni di presidenze americane, in maniera veloce e abbastanza intensa, i film storici spesso pagano lo scotto della necessaria superficialità per comprendere grossi spicchi temporali, questo non fa eccezione, ma comunque realizza il suo obiettivo primario, fare riflettere.
Diritti civili è qui che bisogna fermarsi a pensare, a tutti quegli uomini e donne che in America, in sud africa e tuttora in diverse parti del mondo soffrono per la totale assenza di tali diritti, schiacciati, torturati, violentati, massacrati dai diversi regimi non sempre necessariamente totalitari.
Non è questione di garantismo spicciolo o di buonismo della domenica è questione essenziale di cultura applicata alla storia, e questo film insegna tante cose, come dall'esempio spesso si arrivi all'educazione dell'altro, anche il più caparbio, il più bastardo, prima o poi dovrà arrendersi dinanzi all'esempio di chi con la volontà, il lavoro, il sacrifico dimostra di meritarsi un posto nel mondo.
Io non vedrò il mondo perfetto e forse non esiste, ma di strada ne abbiamo fatta dalle croci in fiamme del ku klux klan, molta strada è ancora da fare, perché comunque vada il mondo, con i seri problemi di migrazione verso nord, noi non dobbiamo mai dimenticarci il rispetto del quale tutti hanno diritto, compresi noi stessi.
E' un film emozionante, forse retorico, ma ripetere i concetti serve a volte per insegnare una lezione di civiltà
su sky
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