La stampa italiana ... e un sospiro esce ogni volta che leggo di noi, di voi cari colleghi e fratelli.
Il problema non è solo la stampa ma anche la politica, un paese dove i politici spesso non conoscono nemmeno gli articoli della Costituzione, possono sapere quali sono le competenze di un agente della Polizia Municipale? Questo simpatico Luigi Spezia su Repubblica Bologna il 22 gennaio 2015 ha scritto qualcosa di sacrosanto, ma si sa oggi un giornalista sottolinea una criticità costruttiva, la nostra impossibilità di avere accesso alle banche dati delle forze dell'ordine, quelle vere, come spesso il cittadino ci ricorda magari mentre lo stiamo arrestando, domani invece un altro giornalista ci bastonerà chiamandoci fannulloni, fancazzisti, perché la stampa oggi è soprattutto legata ai clic che riesce a ottenere in rete e si sa per indurre un utente medio a cliccare la notizia per dedicarvi qualche millesimo di secondo bisogna spararle grosse.
E' vero e chi fa il mio mestiere lo sa, ti capita di fermare una o più persone, magari sono molesti, ubriachi, fatti di qualche sostanza, magari non vogliono farti sapere cosa si nasconde nel loro passato, comunque sia ti tocca controllare, magari perché sei su un incidente stradale con un morto o un ferito, com'è successo a Bologna pochi giorni fa, magari sei in zona universitaria, o in una qualsiasi periferia una di quelle da paura, e decidi che la persona è pericolosa, o potrebbe esserlo.
Cosa fa l'agente della Polizia Locale? Chiede in centrale i precedenti, e i colleghi della centrale educatamente e umilmente passano la richiesta alla centrale della Polizia di Stato, a volte la risposta arriva nel giro di dieci minuti, venti minuti, quando sei fortunato, a volte arriva dopo ore, a volte non arriva, perché giustamente la centrale della Questura ha altre priorità.
E noi in divisa lo sappiamo cosa significa rimanere in strada, in un locale rumoroso e minaccioso, dentro un appartamento, con persone potenzialmente pericolose, spesso agitate, che giustamente chiedono la ragione di attese a volte imbarazzanti.
Questo è solo un aspetto del nostro lavoro inesistente, perché la legge ci impone di agire come agenti di polizia giudiziaria, ma poi ci relega al ruolo di impiegati con la pistola, perché tanto alla fine il lavoro lo fai per senso del dovere, perché ci credi, perché quello che controlli non vuoi mandarlo in giro tranquillo a fare danni altrove.
Cavalieri inesistenti come nel romanzo di Calvino mandati in giro per le nostre città a rischiare la faccia e la pelle per uno Stato che spesso non sa nemmeno che lavoro facciamo.
3 commenti:
alle 12 di domenica 513 persone sono passate dal mio post, questo è un bel segnale, forse le teste si stanno muovendo nella stessa direzione
ottimo articolo! complimenti! ciao stefano!
Tutto corrispondente alla verità. Lo sanno bene i colleghi che sono in strada come me. Sono oltre 20 anni che sono per strada, sempre cercando di amalgamare il buon senso con l'esperienza, anche se le procedure non ci aiutano. Prima bastava due blocci di verbali...ora devi avere la Trecani e non basta.-
Antonio
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