Un fantastico via vai ovvero il fantastico mondo di Leonardo Pieraccioni fra superficialità e buonismo.
In periodo natalizio invecchiando comincio ad avere carenze di sdolcinatezze, perché cos'è il Natale se non la festa della bontà a tutti i costi, del sogno realizzato, della speranza di salvezza realizzata nella carne e nel sangue del bambinello?
E mi piace perdermi nelle luci dei film natalizi proposti da sky che quest'anno ha deciso di dedicare addirittura un canale alla cinematografia di genere.
Il film è divertente, in maniera tenue e delicata, si svolge in una città toscana, Arezzo, si legge in Wikipedia, e scivola via bene, con alcuni attori consumati che fanno da spalla al Pieraccioni, e altri che compaiono per qualche battuta, Maurizio Battista e Marco Marzocca sono i due bancari colleghi di Pieraccioni, poi l'amico Ceccherini, Panariello e una fugace apparizione di Benvenuti e Iacchetti.
La storia è irrilevante, un quarantenne, o giù di lì che cacciato di casa si rifugia in un appartamento di studenti fuori sede con ciò che segue.
Niente malizia, niente doppi sensi, niente sesso gratuito fra un uomo più che adulto con una delle splendide fanciulle che popolano la casa studentesca, solo buonismo e molta fiducia nel futuro.
Pieraccioni diventa lo zio buono pieno di consigli saggi e disinteressati per i quattro giovani con i quali divide l'appartamento.
Rilassante, riposante, rasserenante e improbabile come una favola disneyana, una di quelle più melense.
La scena meno probabile è quella nella quale Pieraccioni invece di baciare la bella e disponibile Chiara Mastalli si volta scappa e torna dalla moglie e dalle due figliolette.
Meno credibile di un politico romano onesto, diciamocelo.
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