Bologna, 9 novembre 2014 - Un agguato vigliacco,venti contro uno. Il nostro cronista Enrico Barbettiè stato aggredito ieri, al termine della visita (con scontri) di Matteo Salvini al campo nomadi, da un gruppo di antagonisti anarchici che l’hanno insultato e picchiato, rompendogli un gomito. Ecco il suo racconto.
Copio e incollo dal Carlino online e davvero mi sorprendo, riesco ancora a stupirmi, forse significa che non sono del tutto assuefatto alla quotidiana dose di follia.
Io Barbetti lo conosco personalmente come dirigente sindacale del Sulpm bolognese e come agente della polizia municipale. Barbetti è un vero giornalista di cronaca, uno di quei professionisti seri e mai invadenti che presidia i luoghi della città dove avvengono i fatti e solitamente sono sempre storie dure, pesanti, la cronaca dei nostri tempi costellata di violenza, disperazione, e spesso priva di un senso compiuto.
Ci siamo spesso incrociati nei luoghi ove avvengono i fatti, io in divisa a fare il mio lavoro e lui in situazione a registrare le storie, in quei casi ci si saluta con un gesto, perché alla fine ci si riconosce, si riconoscono gli amici, le persone che conoscono il nostro lavoro e lo raccontano oggettivamente senza indulgere in retorica o strumentalizzazioni.
Enrico è un professionista serio e mi fa male pensare che un gruppo di teppisti lo abbia insultato chiamandolo infame, sciacallo, sbirro, noi siamo abituati alle offese gratuite, fa parte del gioco, ma non trovo giusto che un giornalista serio e onesto venga offeso e umiliato in questo modo, è un segnale da non sottovalutare, pericoloso, inquietante, come diceva Rousseau:
non sono d'accordo con te ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.
Quando questo principio di democrazia, illuminismo, libertà viene infranto, ed è ciò che è accaduto con l'aggressione a Barbetti, tutto può accadere.
Ieri è successo a lui domani a chi? Un altro giornalista, un poliziotto, un sindacalista?
E' un attimo alzare il livello dello scontro e noi italiani, noi bolognesi lo sappiamo bene.
Noi cittadini, sindacalisti, professionisti, esseri umani dobbiamo impedire che la violenza sostituisca il confronto, o saremo di nuovo in balia di questi teppisti non importa di destra o di sinistra.
Solidarietà per il giornalista Enrico Barbetti e un abbraccio per chi fa con coscienza e serietà il suo lavoro rischiando in prima persona per fare ciò che ogni giornalista dovrebbe fare raccontare la realtà.
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