venerdì 10 ottobre 2014

true detective



True Detective.
Chi mi segue sa che se una fiction mi fa schifo non riesco a nasconderlo, così è stato per The leftovers, per Crisis, per Lost, the following e la lista sarebbe lunga, non cito le fiction italiane perché tranne rare eccezioni (Montalbano) non sono nemmeno classificabili. Le serie che definisco inconcludenti  iniziano da un dato di irrazionalità e proseguono avvincendo i telespettatori con effetti speciali e inutile aspettativa di qualcosa che davvero non decolla mai.
Poi l'altra sera ho visto le prime due puntate di True detective e mi sono sentito come vorrei sempre sentirmi  guardando un film o una fiction nera, dentro la storia, insieme ai personaggi, due poliziotti duri, impuri, dannati eppure potenti, scolpiti nella pietra delle loro vite disgraziate ma dentro il loro sporco lavoro che qualcuno deve pure fare.
La storia è abbastanza solita, come solita è la scarsa fantasia dei serial killer che da sempre uccidono, seviziano, ostentano sicurezza, sfidano la fortuna.
Ma i due veri protagonisti sono i due duri che vedete sopra:
Matthew Mc.Conaughey (Killer Joe) uno dei belli del cinema americano attuale e Woody Harrelson (assassini nati).
Se li associo ai miei sbirri stanziali trovo qualche affinità.
Trebbi ha avuto una storia sfortunata,  ha una figlia dal cervello bruciato ed è un antieroe per eccellenza, anche Rustin Chole ha perso una figlia e rovinato un matrimonio, ma i due poliziotti a differenza dei miei personaggi sono condannati dalle loro scelte, dal loro istinto e in una parola dal destino.
La cosa interessante di True Detective è che ogni stagione nasce e muore per lasciare posto alla successiva con nuovi personaggi.
Per ora sono davvero impressionato dal prodotto, e credo  non mi deluderà.

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