lunedì 28 luglio 2014

concordia la nave che mette tutti d'accordo



Come avrete notato ho smesso di scrivere di politica o di sindacato mi annoia l'argomento e lo trovo frustrante, non sono uno di quegli italiani saggi, democratici e idealisti che dicono ai giovani bisogna partecipare per contare, io non voglio contare, al massimo mi capita di incappare in un notiziario sky o rai 3 quelli che per abitudine frequento, dove c'è un simpatico giornalista con giubbetto anti proiettile che rischia la pelle da Gaza per aggiornarci sulla conta dei morti e dei feriti.
Il telegiornale è il nostro mea culpa quotidiano dove scontiamo i nostri peccati mortali, nostri del genere umano intendo, e pace.
Fra tutte le notizie di questa estate autunnale, la più frequente di questi giorni e la più noiosa e a tratti insopportabile mi è risultata quella della  Concordia, e non commento, non mi aggiungerò al coro di chi non dimentica i morti o il comandante reo principale, o la magnifica organizzazione tecnica che ha funzionato come un orologio svizzero.
Mi limito solo a dire che secondo me si è parlato troppo di questo viaggio terminale, talmente tanto che ieri a Genova c'erano centinaia di italiani curiosi a fotografare, filmare, e bearsi dell'arrivo del cadavere della famosa nave e questa è l'Italia che canto nel mio ultimo romanzo, ma in modo troppo poco incisivo, l'Italia, che non legge, l'Italia che non pensa, l'italia che non ha pudore.

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