L'ultima visita a Milano risale agli anni 70, ero giovane, e partecipai a una manifestazione antifascista, eravamo in tantissimi, non come oggi che alle manifestazioni si vedono poche centinaia di giovani pallidi e confusi che non sanno bene dove collocarsi. Allora avevamo idee precise, passando per piazza San Babila si urlavano slogans e cosucce tutte dolci, come potete immaginare.
Allora ero un adolescente di sinistra oggi sono un quasi vecchio super partes, con poca nostalgia e un'idea buffa in testa, per rivedere Milano c'è voluto un premio letterario giocoso, e poco impegnativo, in una bella Feltrinelli di via Manzoni.
Ho preso un treno, la metro e sono sbucato nella piazza del Duomo come una talpa che ritrova la luce dopo lunga immersione e ho trovato il Duomo magnifico, e la piazza pedonalizzata, perché negli anni 70 non credo lo fosse.
Sono arrivato alla conclusione che erano quasi 40 anni che non venivo a Milano e mi mancava, e probabilmente mi mancherà di nuovo da oggi in poi, perché è una città affascinante, a Milano ci sono tante librerie e grandi case editrici, c'è la Mondadori, c'è il fantasma del successo, c'è una strana luce che fa capolino dentro l'imponenente galleria, con i negozi Prada e i poliziotti con la sciabola e la gente, tanta gente che passeggia nel tempio della ricchezza perduta, del successo solo sognato, della produttività e della competitività. La nostra città più europea forse, in placida concorrenza con la più sobria Torino, ricca di contraddizioni, ma sempre molto affascinante.
Ci voleva un gioco di società come il premio al quale ho partecipato per farmi salire sul mio macinino e arrivare fino a Milano, ho perso il premio, ho ricevuto una critica entusiasmante da un linguista che non conoscevo, Claudio Ceriani, che ancora ringrazio e che ha in comune con me la passione per l'hard boiled, ho constatato che alla Feltrinelli di via Manzoni non avevano neanche uno dei miei sei libri pubblicati, neppure un libro di Eclissi e ciò mi ha spiacevolemente sorpreso e mi sono reso conto che fra il mio mestiere di scrittore e il successo c'è sempre di mezzo una capitale dei sogni inarrivabili come Milano che mi ricorda quanto è distante la Mondadori per un piccolo scrittore della bassa come me.
Ma io ringrazio e sospiro come uno spasimante respinto, perché :
Lassa pur ch'el mond el disa | ma Milan l'è un gran Milan | Pòrta Cicca e la Bovisa | che d'intorni pròpi san | e la nebbia che bellezza, | la va giò per i polmon.Giovanni D'Anzi
1 commento:
Milano è il mito, soprattutto per noi che viviamo nella periferia di qualsiasi impero, sempre affascinante, come Torino del resto, le vere capitali del paese
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