Grasso si candida per il Partito Democratico, Monti ascende, Berlusconi scende e si presenta in televisione a tutte le ore e su tutti i canali, Ingroia si schiera con la sinistra dei comunisti italiani, insomma, come diceva ieri la Berlinguer al notiziario serale, si prospetta per il 2013 un panorama politico molto complicato.
Ciò che non capisco è questa corsa alla candidatura nel momento forse più basso dal dopoguerra della politica italiana.
Una domanda mi è scattata in testa automaticamente, Borsellino o Falcone sarebbero mai arrivati alla determinazione di scendere in politica, simpatie più o meno celate per un partito o per un altro?
Non credo, ma non lo sapremo mai, mi piace pensare che avrebbero continuato a fare il loro lavoro, fondamentale, eroico, eticamente inattaccabile, lavoro che procurò a entrambi nemici e invidie dentro e fuori dal palazzo di giustizia di Palermo.
Possibile che le scorciatoie siano la cosa più ambita nel nostro paese?
Pietro Grasso è un personaggio, basta leggere la sua storia, perché quindi decidere di lasciare il suo posto in prima linea per un partito, non penserà di cambiare le cose in Italia ...
Ogni tanto guardo Di Pietro e quanto lo preferivo come magistrato mentre in aula affrontava, senza neppure dovere urlare, i peggiori esponenti della politica italiana di quel tempo, mani pulite.
Quanto è stato fodamentale il lavoro del suo gruppo di magistrati? Quali conseguenze mani pulite ha comportato nel panorama politico italiano?
Eppure a un certo punto i nostri uomini più importanti nella lotta alla corruzione e al malaffare decidono di scendere in campo, e per quanto sia umano e comprensibile, non riesco a rassegnarmi all'idea che meglio sarebbe avere più magistrati coraggiosi che politici onesti.
Perché diciamocelo, la politica nel nostro paese è al momento gravemente malata, malattia infettiva che non risparmia nessuno, l'unico modo per uscirne puliti è non praticarla.
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