Non vado più al cinema, da anni ormai, forse perché vedo il cinema dalla poltrona di casa mia su Sky, e ieri sera ho visto La kriptonite nella borsa per la regia di Ivan Cotroneo sceneggiatore e scrittore napoletano che ha sceneggiato anche La prima linea per la regia di Renato De Maria, e mi impressiona sempre pensare che questo regista era al Righi (liceo scientifico) nel mio stesso periodo e che ci siamo anche parlati e scontrati (lui era nel collettivo studentesco e io nella fgci).
Ricordi a parte, mi è piaciuta la Napoli degli anni sessanta, il protagonista è ancora una volta un bambino bruttino e complicato in una Napoli alla fine degli anni sessanta, un po' più piccolo di me.
Il protagonista nasce nel 64 e il regista è del 68, ma siamo tutti lì, con la tv in bianco e nero, i terribili pigiamini in acrilico che facevano scintille e quell'abbigliamento tipicamente anni 70 fra rombi, camicie dai colletti enormi e pantaloni a zampa d'elefante, che riesce a smorzare anche il consueto fascino di un bravo Zingaretti.
La Golino che avevo avuto modo di rivalutare e apprezzare già in altri lavori, è brava anche in questo caso.
La trama è importante, ma ancora più importante l'atmosfera che riesce a restituirci una Napoli italiana, fuori dai soliti stereotipi di certo cinema. Al di là del linguaggio la storia parla di un periodo storico che a me piace molto, forse perché mi riconcilia con un'infanzia povera e sbiadita, e anche i colori di questo film sono importanti, le tinte, la musica e la leggerezza.
Superlativo il superman dei poveri, il cugino Gennaro, che si crede un super eroe con mantella e che torna in momenti topici a trovare il piccolo protagonista del film per consigliarlo e confortarlo.
Ancora una volta il cinema italiano entra in casa mia e mi piace, un film che non credo abbia avuto un grande successo ma come dico sempre di un buon libro, soprattutto quando l'ho scritto io, il fatto che sia piaciuto almeno a una persona esterna alla produzione per me è già un successo.
Complimenti a Ivan Cotroneo e a tutto il cast.
Napoli in questo film si avvicina al mio sentire, dandomi la consapevolezza che i miei coetanei in un' Italia dai colori tenui sono cresciuti con i medesimi sogni miei.
Il miracolo del cinema si compie ancora una volta.
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