Non ricordo quando io e i miei amici di allora cominciammo a guardare Star Trek, la serie molto classica con i personaggi mitici che potete ammirare in fotografia.
Doveva essere trasmessa su qualche canale trasversale come Montecarlo o forse era trasmessa dalla Rai non ricordo.
Ricordo che ci piaceva, era bellissima nella sua finzione di cartapesta, con i pianeti improbabili e il teletrasporto che permetteva ai nostri eroi di spostarsi dall'astronave per scendere sul pianeta di turno da salvare.
Il capitano dell'Enterprise era James T. Kirk (interpretato da William Shatner), coadiuvato dall'ufficiale scientifico Spock, un extraterrestre proveniente dal pianeta Vulcano (interpretato da Leonard Nimoy) e dall'ufficiale medico, il dottor Leonard McCoy detto "Bones" (interpretato da DeForest Kelley).
Di Kirk ricordo lo stomaco leggermente prominente dentro la tutina aderente che non sminuiva minimamnete il carisma, la generosità e il coraggio.
Di Spock, uno degli Spock meglio interpretati, ricordo la gelida intelligenza, le capacità matematiche, la razionalità esasperata.
Erano telefilm affascinanti, hanno creato un mito, diventato un culto per milioni di persone.
Per me, che di miti non ne ho più da un pezzo, rappresenta un aggancio con la giovinezza quella della televisione in bianco e nero, della fantascienza priva di effetti speciali, degli amici con i quali commentare le puntate, come se fossero il prodotto culturale di una nuova filosofia di vita.
Buon compleanno Star Trek in volo con te nello spazio profondo, quello che un tempo, subito dopo il primo atterraggio sulla Luna, sembrava a un passo e che oggi invece, nonostante la televisone in 3D sembra davvero lontanissimo.
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