Ho letto il primo romanzo della fortunata serie di Hap e Leonard, trovato per caso nella bella biblioteca di San Pietro in Casale. Pensavo di averli letti tutti, mi sbagliavo.
Era trascorso del tempo dal mio ultimo libro di Lansdale e mi rendo conto che si cambia.
Anch'io sto dismettendo la passione per l'azione cinematografica spostandomi in un'area di scrittura più riflessiva, sono cicli forse, o forse sto solo invecchiando.
In questa prima avventura trovo alcune ingenuità che poi scompariranno nei successivi lavori, intanto questa vena nostalgica relativa agli anni sessanta, come se Lansdale volesse togliersi qualche sassolino dalla scarpa della memoria, poi il buonismo esagerato di Hap, la sua tendenza al perdono e alla comprensione per le vicissitudini umane e una conclusione che forse è solo preludio per le successive avventure dei due personaggi principali.
Sicuramente fra tutti i capitoli che riguardano l'originale coppia di precari dell'avventura, questo è quello che meno mi ha convinto.
Ma come dicevo all'inizio forse sto solo invecchiando.
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