Il 2011 è finito tragicamente con la morte di un amico e collega bolognese, ucciso in un incidente stradale mentre si recava al lavoro.
Il 2012 inizia nel peggiore dei modi con un collega milanese falciato da un assassino per ora ancora impunito.
Milano è una città complicata, come tutto il paese del resto, ma di noi, delle nostre divise non si preoccupa nessuno, è giusto ricordarlo a tutti i colleghi. Noi agenti della Polizia Locale, siamo soli per strada, dimenticati dallo Stato che da anni disattende una riforma che dia nuova dignità e tutele al nostro lavoro.
Noi siamo soli con la nostra divisa a presidiare i nostri territori, le nostre città, dove siamo nati, cresciuti e abbiamo appreso l'amore per le regole, il rispetto dell'altro, il senso del dovere e quei valori che oggi fanno di noi agenti della Polizia Locale.
Non siamo soli, siamo in tanti, colleghi, dobbiamo trovare solo la strada giusta per dimostrare al paese che siamo una risorsa, una garanzia di sicurezza e di rispetto per le regole della convivenza.
Dobbiamo farlo a dispetto dell'odio gridato, delle continue aggressioni, delle speculazioni politiche, come abbiamo sempre fatto.
Dobbiamo farlo per Nicolò, per Gianluca e per tutti i colleghi, amici, fratelli che hanno lasciato il loro sangue sulle strade delle nostre città.
Il 2012 inizia nel peggiore dei modi con un collega milanese falciato da un assassino per ora ancora impunito.
Milano è una città complicata, come tutto il paese del resto, ma di noi, delle nostre divise non si preoccupa nessuno, è giusto ricordarlo a tutti i colleghi. Noi agenti della Polizia Locale, siamo soli per strada, dimenticati dallo Stato che da anni disattende una riforma che dia nuova dignità e tutele al nostro lavoro.
Noi siamo soli con la nostra divisa a presidiare i nostri territori, le nostre città, dove siamo nati, cresciuti e abbiamo appreso l'amore per le regole, il rispetto dell'altro, il senso del dovere e quei valori che oggi fanno di noi agenti della Polizia Locale.
Non siamo soli, siamo in tanti, colleghi, dobbiamo trovare solo la strada giusta per dimostrare al paese che siamo una risorsa, una garanzia di sicurezza e di rispetto per le regole della convivenza.
Dobbiamo farlo a dispetto dell'odio gridato, delle continue aggressioni, delle speculazioni politiche, come abbiamo sempre fatto.
Dobbiamo farlo per Nicolò, per Gianluca e per tutti i colleghi, amici, fratelli che hanno lasciato il loro sangue sulle strade delle nostre città.
3 commenti:
Pensa un po'... in bicicletta per bloccare e controllare......l'ignoto sempre più tecnologico, magrebini che usano spray per rapine....o persone armate di tutto punto....e la politica ideologica ed infame che ci vuole convincere che basta ascoltare la gente...parlarci....disarmati e non troppo vestiti di scuro. Stiamo attenti colleghi per strada.....
Qualcuno ci definisce impiegati pubblici...che coraggio!!!Tutti i giorni indossare una divisa, portare alla cintura una pistola. magari pesante che ci rovina la schiena e non poterla usare....Abbiamo la penna ed un blocchetto per essere esattori delle nostre amministrazioni che in questo periodo guardano solo al risparmio e quindi benvenuto decreto Monti che ci togli equo indennizzo e altro. Noi coperti dalla burocrazia a causa della quale anche un preavviso diventa un fascicolo di pagine e pagine....Non è il momento di polemiche ma sicuramente è momento di riflessione e dopo bisognerà prendere in mano la riforma della Polizia Locale e lavorarci seriamente, le nostre città non hanno bisogno di altri assistenti sociali come vogliono i politici, hanno bisogno di operatori di Polizia.TERESA
forse ha ragione un collega ieri nello spogliatoio, mi raccontava, con i suoi vent'anni di esperienza che anche lui ha fatto la sciocchezza di cercare di fermare un'auto in fuga.
Perché funziona così, da una parte ci siamo noi, da soli, senza strumenti senza protocolli, e regole d'ingaggio, dall'altra parte la gente che ci vede come strani ibridi in cerca di denaro.
Hai mai visto un posto di controllo dei carabinieri? hanno corpetti antiproiettile, uno controlla i documenti l'altro ha un fucile mitragliatore in mano.
protocolli, addestramento, mentalità, formazione.
Non possiamo continuare a fare semplicemente i vigili, rischiamo di morire, è il mondo che è cambiato, noi dobbiamo adeguarci o ci faremo male ... molto male
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