Ho visto Il grinta remake di un meno fedele adattamento cinematografico di un romanzo di Charles Portes.
Non ricordo la versione con John Wayne anche se l'ho visto di sicuro.
Mi è piaciuta questa nuova versione con uno degli attori americani che prediligo Jeff Bridges.
Il film ha pochi personaggi la quattordicenne scafata e risoluta che vuole vendicare la morte violenta di suo padre, bene interpretata da una giovane attrice che non conosco Hailee Steinfeld, lo sceriffo che l'aiuterà nell'impresa il grinta interpretato dal grande Bridges e un ranger del Texas il bravo Matt Damon.
Al di là della vicenda ho ritrovato la ruvida consistenza del western classico, le armi devastanti e semplici dei fuorilegge, gli inseguimenti e le sparatorie.
E' una storia, una splendida avventura narrata con la consueta maestria dai fratelli Coen.
La vita e la morte, il dolore e la fatica si mescolano nel film, dove la natura prevale come al solito su tutto e dove non c'è una morale unica e definitiva se non quella della precarietà del nostro tempo sulla terra e della difficoltà di una sola etica buona per tutti.
La frase conclusiva della protagonista femminile ormai anziana è esplicativa dell'intera vicenda.
Il tempo ci sfugge.
Non è sempre così per tutti noi?
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