In un mio racconto La ragazza del fiume, scritto in tempi non sospetti, la protagonista femminile è una giovane e avvenente insegnante americana che vive a Cento (Fe), non so se già allora fossi influenzato da questa vicenda processuale che ormai va avanti da diversi anni, o se è casuale, non ricordo più.
In questi giorni è inevitabile imbattersi nelle notizie relative alla liberazione dei due giovani che hanno trascorso 4 anni nelle patrie galere accusati dell'efferato omicidio della povera Meredith.
Come consuetudine non entrerò nel merito della nutrita schiera di colpevolisti o innocentisti.
Scrivo romanzi, genere nero, e anche nei miei scritti cerco sempre di non prendere una posizione perché chi davvero innocente parli e l'innocenza non è di questa terra.
Quindi solo poche considerazioni come al solito inattuali:
Dall'omicidio di Cogne ad oggi se mi metto ad analizzare la capacità investigativa italiana non posso che chiedermi cosa stia accadendo, a volte mi viene da pensare che i moderni metodi investigativi stile CSI abbiano contribuito a rendere le indagini ancora più complicate, a volte irrisolvibili.
Altra considerazione ... oggi dicevano in televisone che anche il Dipartimento di Stato americano apprezza l'operato della giustizia italiana.
Che dire, noi piccoli italiani non possiamo che arrossire davanti a tanto apprezzamento degli States.
Il Dipartimento di Stato che ha tempo da perdere in un caso di cronaca nera ... mah!
Concludo, c'è già un film che si aggira non so dove con la storia di Amanda, si parla già di interviste alla seducente americana, ci sono migliaia di persone che non pensano ad altro, e una macchina trita tutto che si sta muovendo intorno ad un nuovo affare mediatico.
Manca solo il pudore, quello è definitivamente tramontato.
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