E' morto Peter Falk.
Era da tempo malato, paradossalmente l'aveva colpito l'Alzheimer, una malattia che aveva poco a che fare con il genio di quel trasandato tenente.
Perché per me Peter Falk era soprattutto il Tenente Colombo.
Una formula intelligente e rivoluzionaria nei gialli televisivi e non, il telefilm iniziava con l'assassino svelato agli spettatori, solitamente un freddo e astuto calcolatore che veniva regolarmente scoperto e inchiodato dallo sdrucito detective.
Colombo era, oltre ad un intelligente poliziotto, anche una sorta di riscatto marxista nel nostro arido quotidiano, perché solitamente con la sua vita approssimativa, una moglie misteriosa a casa, un cane e una povertà congenita, entrava, con il suo spolverino sgualcito, nelle ville dei ricconi e regolarmente riusciva a sbugiardarli, senza CSI, senza tracce ematiche o metodi fantascientifici solo con la logica e la psicologia dettata dal buon senso.
Solo un telefilm che rimane un pezzo di vita per un televisionamane come me.
Peter era morto da tempo, bravo attore, grande amico del più grande Cassavetes, inghiottito da una brutale malattia. Continuerà a farci compagnia nelle tristi serate estive, quando il palinsesto langue mentre i grandi della televisione sono altrove, lui sarà ancora lì a ripetere all'infinito il gioco del poliziotto buono, intelligente e scaltro che mangia chili e inchioda i cattivi ricconi di turno.
Una promessa di riscatto sociale, come al solito solo una favola.
Buon riposo Tenente Colombo.
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