17 novembre 2024, oggi a casa mia c'è una nebbia antica, come si vede raramente ormai anche nella bassa più profonda, più adatta al giorno dei morti che alle elezioni regionali.
Mi sono svegliato alle 5 come al solito e alle 7,30 ero al seggio, un seggio tutto ala femminile e l'ho fatto notare suscitando una leggera ilarità.
C'è stato un tempo nel quale pensavo che le donne al potere avrebbero rappresentato un valore aggiunto, l'attuale governo mi ha fatto cambiare idea anche su questa ultima utopia.
Ma non vi dirò per chi ho votato a urne ancora aperte, vi dirò perché credo sia giusto votare per un nessuno come me.
Le mie radici non sono solo appenniniche ma soprattutto operaie.
Mio padre ha lavorato alla Weber tutta la vita e mia madre era una magliaia.
Io vengo da quella storia lì, secondo voi da che parte dovrei stare?
Non ho votato a favore, ma ho votato contro, contro chi si astiene pensando così che le cose possano cambiare, contro chi vota (una minoranza) perché dà il suo voto a chi gli permette di evadere il fisco, contro chi vuole l'astensionismo perché sono i più disperati, quelli che non credono più a nulla, che non vanno a votare.
Invece oggi è necessario votare, io ho votato per legittima difesa, per ribadire che anche se non conto nulla voglio contare uno.
In Francia sono scesi in piazza a migliaia contro un governo che voleva toccare le pensioni, in Italia gli unici a scendere in piazza sono pochi studenti male organizzati.
Io vengo da una storia diversa, dalle manifestazioni oceaniche degli anni settanta, da una politicizzazione che entrava ovunque, da un dibattito continuo, dalle lotte che ci hanno portato i diritti che adesso stanno mettendo in discussione.
Io appartengo alla minoranza degli italiani che paga le tasse e che permette ai servizi sempre più in difficoltà di funzionare.
Non importa come la pensi, ma oggi alza il culo e vai a votare.